Pnrr: l'Ue valuta modifiche per altri dieci paesi
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Direttore: Alessandro Plateroti

Pnrr: l’Ue valuta modifiche per altri dieci paesi

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Non solo l’Italia ha chiesto modifiche al Pnrr per far fronte alle recenti emergenze, ma l’Ue sta valutando richieste di altri dieci paesi membri.

La richiesta di apportare modifiche al Pnrr non arriva soltanto dell’Italia a Bruxelles ma anche da altri dieci paesi membri. Questi paesi hanno manifestato la volontà di apportare leggere modifiche e cambiamenti al piano nazionale di ripresa e resilienza per adeguarlo meglio alle esigenze odierne, diverse da quelle che attanagliavano l’Ue alla sua creazione.

Questa opportunità di modificare i propri Pnrr per i paesi membri può arrivare dal programma della Commissione Ue RepowerEu, lanciato proprio con l’obiettivo di garantire una autonomia dalla Russia a livello energetico in seguito alla crisi del gas della guerra in Ucraina.

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Il governo di Giorgia Meloni quindi non è l’unico a voler modificare, sempre di comune accordo con la Commissione Ue, il nostro Pnrr. Come aveva già preannunciato in campagna elettorale, apportare modifiche al piano è previsto dal regolamento sul Next Generation Ue che non esclude appunto la possibilità di apportare dei minimi cambiamenti. L’articolo 21 prevede che il Piano di uno Stato membro possa essere cambiato o perfino resettato se sono sopraggiunte “circostanze oggettive” che rendono necessaria l’iniziativa, condizioni che deve valutare sia la Commissione che il Consiglio Ue.

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Le richieste dei paesi europei sul Pnrr

La possibilità di resettarlo è molto remota anche perché il Next Generation Ue è stato fatto molto prima delle attuali crisi. Ma persiste la possibilità di adeguarlo. A questo strumento pare ricorreranno, oltre all’Italia, anche altri paesi Ue. Inoltre, c’è la possibilità di un supplemento. Secondo l’articolo 14 del regolamento i prestiti sono erogabili fino al 31 dicembre 2023 e chi non li ha chiesti tutti può avere un supplemento. Mentre c’è chi ha visto una decurtazione dei fondi a causa del ricalcolo del Pil, tra questi Germania e paesi dell’Est.

Al momento la richiesta è stata presentata ufficialmente soltanto dal Lussemburgo. La richiesta del Portogallo invece è quella di posticipare la scadenza finale al 31 dicembre 2026 per dare più tempo ai paesi che sono in ritardo sugli investimenti ed evitare che perdano i fondi. Questa richiesta potrebbe essere condivisa anche dall’Italia che si trova nella stessa situazione.

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ultimo aggiornamento: 5 Dicembre 2022 11:40

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